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© Jean Marquis, Rue du Petit-Musc, en 1951, Paris

© Jean ‪#‎Marquis‬, Rue du Petit-Musc, en 1951, Paris

https://www.youtube.com/watch?v=w2uD_MUu55U    Rachelle Ferrell – I can explain (live)

e comunque…
l’indifferenza
che sembrerebbe una causa
è, invece, il risultato.

Sara bruciata viva dall’ex fidanzato. In fiamme ha chiesto aiuto per strada. Nessun automobilista s’è fermato a soccorrerla. Nessuno ha chiamato aiuto per lei.

L’abbiamo chiamata prudenza: “meglio di niente”, son fatti altrui, piuttosto che, io mi faccio i cazzi miei, il male minore (come se un male minore, essendo minore, smettesse miracolosamente d’essere un male) invece si chiamava indifferenza, si chiamava  codardia.

Ci hanno insegnato che le parole sono un gioco di prestigio e noi abbiamo imparato, abbiamo aderito. Noi non pensiamo più, aderiamo. Adesso quando le parole hanno senso ne abbiamo paura e allontaniamo chi le dice perchè “pericoloso”. Noi “aderiamo” come cerotti : nulla ci passa dentro, aderiamo qui, aderiamo là… aderiamo ovunque. Idee cerotto che si spostano sull’uno sull’altro senza sapere nulla di sè, aderiscono bene sulla plastica… idee cerotto che durano un giorno, non modificano il nostro “essere”, non incidono sull'”essere altrui” se non per far danno : hanno perso  potere evocativo e acquistato il potere di confondere e spaventare . Idee che partono da un “sentire” ignoto, oscuro, opaco ma noi non ci occupiamo di sapere da dove diavolo vengano … Idee usa e getta.  Un cerotto non impegna. Un cerotto non si nega a nessuno. Un cerotto non vale niente. Perchè non ci costa nulla, perchè non significa nulla. Lo chiamiamo “educazione”, “gentilezza”, “cordialità”, “distacco”, “sportiva sopravvivenza”, disinvolto menefreghismo… e poi via nel dimenticatoio.

Un cerotto, sì. Vaghiamo offuscati e rincretiniti con un cerotto multiuso in mano. Dovrebbe stare sulle ferite, ma noi non le sentiamo, non le curiamo, al massimo le tappiamo. Un inconscio tutto bucato. Un inconscio a brandelli. E la ferocia di una mente fredda, razionale, tagliente che se ne strafotte del “sentire” e degli altri. Non c’è compagnia peggiore.


https://www.youtube.com/watch?v=tzkG6Xu6lUE     
Bob Marley-no woman no cry

Cinque uomini su dieci attuano forme di maltrattamento sulle donne.

Lo chiamavamo “delitto passionale”… passionale! E questo senza sprofondare dalla vergogna. Ora omicidio di “possesso”, passionale è cerotto scaduto. E ricominciamo con la scuola che dovrebbe fare educazione al rispetto alle emozioni (certo!),  educazione stradale se la notizia del giorno è un incidente… dovrebbe fare educazione alimentare se le mozzarelle sono blu… dovrebbe fare educazione civica mentre stravolgono la Costituzione senza un’Assemblea Costituente e senza essere stati eletti da nessuno… dovrebbe fare sport se i bambini sono obesi… dovrebbe segnalare i bambini che non ce la fanno (senza chiedersi perchè non ce la fanno!) così ci togliamo il pensiero-cerotto, li infiliamo  in una categoria che in fondo in fondo dice “è colpa sua” (anche questo senza sprofondare dalla vergogna) e creiamo lavoro per gruppi privati che non combinano un osso, dipingono, cazzeggiano, osservano, ci provano, ma il più delle volte non vanno oltre all’etichettatura. Pagando, è ovvio. Etichette… cerotti anche loro. La scuola dovrebbe fare tutto. Tutto  quello che la società non fa ed essendo stata messa in condizione di non riuscire più a fare nulla! Perchè è colpa della scuola se siamo nella merda, no?

La colpa cerotto: l’importante è appiccicarlo su qualcuno. Hai visto mai che ci resti in mano! Evvai con un altro giro sulla giostra. Se qualcuno ha colpa noi siamo salvi. E si salvi chi può, oltre al cecchinaggio, è un altro sport nazionale: chi non può, s’aggiusti! Rimorchiata la colpa a qualcuno noi siamo nuovi, nuovi e “vergini”, e possiamo spenderci in giro come esseri splendidi, buoni, ottimisti, sani, gentili, forti, furbi… Ma cosa sognate di notte? Sognate? O anche i sogni scappano subito da voi cancellando le vie del ricordo? E cosa sognate segretamente ad occhi aperti? Di cosa gioite? Di cosa godete? Con cosa trastullate il vostro “piacere”? E non parlatemi d’amore, ne ho fin sopra i capelli  dell’amore che non c’è. Parlate, invece, del disprezzo che covate, dell’odio che nutrite, del rancore sul quale vi fortificate… E non mi dite che siete felici: se foste davvero felici l’umanità non sarebbe ridotta così.

E la famiglia, di cui ci riempiamo la bocca da bravi cattolici praticanti e non, benpensanti o no, la famiglia? E le donne che crescono questi maschi? E gli uomini che crescono(o no) anche loro questi figli e figlie? L’omissione è l’alter-ego del cerotto.

Mai che ci diamo un’occhiata. Mai che rivolgiamo l’indice verso di noi. Mai una domanda giusta. (Altro che togliere il latino dalle scuole.) Cinque uomini su dieci maltrattano le donne. Sono mostri. Sì lo sono, ma anche questo è un cerotto. La violenza che c’è negli uomini riguarda ogni uomo. Troppo comodo allontanare da tutti noi “il mostro” perchè se c’è è anche dentro di noi. E’ qui, non è “altrove”. Troppo facile liquidare con un cerotto in-vece di liberare il senso imprigionato nel sintomo. Il sintomo parla là dove la sofferenza è impotente, il sintomo parla laddove il soggetto soffre e non ne è consapevole, il sintomo grida quel che “l’io” ha fatto tacere. E noi continuiamo pure a carezzare morbidi gattini (deliziosi) ma… per non amare le persone, e vederle annegare in un mare nero, un mare pieno di lacrime e sangue, un mare spaventosamente disumano. Continuiamo con i rapporti vischiosi, l’ipocrisia, l’apparire, a vendersi l’anima, a fare patti col diavolo…con i “cosa penseranno di me”, “col far bella figura”, con  i “t’ho fregato”, col prendere solo posizioni comode e che non ci costano nulla (ovviamente non è vero: nulla c’è che sia “aggrati” e che non abbia un costo. Ha un prezzo diverso: di solito molto, molto più alto… Ma che ve lo dico a fare?)

Ma sì, continuiamo a non vedere le donne uccise, violentate, umiliate, rinnegate, oscurate, stuprate da branchi. Continuiamo a non guardare l’invidia mortifera che ci corrode, che oggi chiamiamo possesso, e fa uccidere la bellezza, la giovinezza, l’eleganza, l’intelligenza, la libertà, la nobiltà, la forza e la fragilità, la fecondità nelle donne. Continuiamo coi funerali, a vomitare retorica, ad ammuffire dentro a idee cerotti , a ristagnare nella maleodorante logica del più forte, a morire di paura e a non vivere mai.

https://www.youtube.com/watch?v=wapCTd5fS2Y     Tracy Chapman – Telling Stories

Cominceremo a provare invidia anche verso la nostra stessa immagine: eterna, bella, egoista, autoprodotta e che non ha bisogno di nessuno mentre stipiamo le schifezze in soffitta… Come mettere la spazzatura sotto il tappeto… patirà qualcun altro le miserie al nostro posto! Ma non ci sarà alcun quadro che  invecchierà per noi in soffitta, che patirà le miserie al nostro posto, che mostrerà i segni della decadenza fisica, dell’indifferenza e della corruzione morale. Quel quadro è il segnale allarmante del distacco, della lontananza che abbiamo messo tra noi e l’altra parte di noi.  Accoltelliamo pure tutti gli Hallward che “sanno” che ci conoscono, che dicono la verità e che ci ricordano la nostra coscienza o la nostra fragilità… Come Dorian Gray ci troveranno con lo stesso pugnale conficcato nel cuore. Ci siamo noi in quella soffitta. Come c’era l’inconscio di Dorian Gray.

Oscar Wilde 800px-Lippincott_doriangray

Continuiamo a non guardare la sofferenza nelle donne, nei bambini e anche negli uomini : riusciremo solo a non vedere più quella dentro di noi e a diventare complici.

Continuiamo pure con la tecnica della Riduzione-Rimozione-Razionalizzazione … e schiaffiamo tutto sotto il tappeto.

Essere definiti, avere un carattere, sentirsi responsabili, saper soffrire costa tanta fatica. E quasi nessuno la vuole fare.

https://www.youtube.com/watch?v=7oday_Fc-Gc    Joan Baez – Here’s to you, Nicola and Bart

Ciao Sara e ciao a tutte le Sara del mondo: la vostra agonia non è stata il vostro trionfo, ma è certamente la nostra sconfitta.

tiziana Campodoni