Troppo abituati a vedere che non è “legittima” oggi, non ne parliamo. Non ha luogo, non ha ascolto, non si ha voglia di parlare della tristezza. Bisogna ridere, agitarsi, fare e rifare, agire, vincere, urlare oppure irrigidirsi, odiare, incolpare e la tristezza non s’accompagna mai volentieri a questi verbi esagitati, sommari e creduloni. E’ un sostantivo tenero e prezioso, lei, non vuole essere messa alle spranghe con una diagnosi ne’ essere ripudiata come dubbio o debolezza … Vede, sa, ma ha tempi onesti e lunghi, ha modi sensati e attinenti … Non vuole essere dileggiata, fraintesa o trasformata in moneta spesa alla bisogna. Non vuole essere drogata o riempita d’alcol per essere messa a tacere. Vuole esistere, essere capita, ascoltata e vuole un cantuccio dove lentamente pensieri e parole possano raggiungerla e svelarla. Solo un riparo dove non sentirsi braccata e dove poter svolgere quel suo magico lavoro di radunare le nuvole volate troppo in alto, appesantire i vapori che danno alla testa e trasformarli in lacrime di pioggia affinchè tornino in basso, in grembo, al suolo, alla calma, alla pacificazione. Quel grande insostituibile lavoro di mantenere l’uomo legato a sé e l’umanità ben salda e presente nel mondo e nel nostro mondo. Lavoro ormai anche lui “licenziato”, precario, senza diritti … distribuito “ad minchiam” nel capriccio, nel superfluo, nel pettegolezzo, nel raggiro…
Non sei sola cara tristezza, non andartene… Mai come oggi abbiamo bisogno di te, del tuo palpitare nel petto davanti a crudentà mostruose, davanti a orrori che non sappiamo impedire, davanti ai nostri patimenti che rischiano di diventarci estranei. Abbiamo bisogno del velo di lacrime che regali ai nostri occhi e più agli uomini … sai, ancora non sanno commuoversi. Non ascoltare chi ti impaurisce, chi ti istiga al rancore, chi ti rinnega, chi incendia il tuo cuore… Solo tu e la tenerezza potete proteggerci perchè custodite il giardino prezioso della sfumatura, del dolore sofferto non espulso e della civiltà in cui l’uomo che viene prima di tutto. Non andartene. Non sei nemica. Sei l’unico terreno fertile per i figli che verranno e l’unico rifugio ormai dell’essere umani.
tiziana Campodoni
guido #IoSonoAntifascista (@guidoKereze) ha detto:
In questi giorni strani in cui il tempo scorre lento ma veloce insieme, ho incontrato sui social degli amici che non vedevo da molto. E come accade in certi casi, la nostalgia [parente stretta della tua Musa, la tristezza]mi ha preso la mano, ed un certo punto mi sono ritrovato a “metter ordine a quelle nuvole volate troppo in alto.” La sensazione di sconforto però ha lasciato presto il posto ad una tristezza dolce e antica, mai del tutto assente dalla mia esistenza che in questo caso si è fatta portatrice di un sapore da molto inesplorato. Quello della condizione “privata” in antitesi con la vita per me di questi giorni, vita da social, in apparenza molto pubblica, quasi a voler esorcizzare la solitudine delle anime alle quali la tristezza spesso fa bene a rivolgersi.
Non voglio commentare oltre, rischio di sporcare il discorso, mi basta leggere nuovamente le tue belle parole..
Grazie
"Mi piace"Piace a 1 persona
bluemoonandart ha detto:
❤ grazie Guido …le tue sono parole dell'anima
"Mi piace""Mi piace"