Come mi sento? Non lo so. Non so neppure se mi sento. Mi sento cretina per aver speso tonnellate di ore a scuola a far parlare bimbi/e e aver costruito tutti i santi giorni una rete di contenimento dove accogliere ogni loro difficoltà rispettando unicamente i loro effettivi bisogni; per essermi fatta carico di bambini e anche di genitori, per non aver mai usato il mio saper fare per ottenere posizioni di prestigio, per non aver intessuto rapporti mafiosi o di potere con chicchessia, per aver evitato accuratamente “do ut des” in qualsiasi campo, per aver rifiutato “soldi in più” (e parlo di spicciolissimi) se non per attività didattiche frontali in aiuto alle altre classi e ai colleghi che fosse previsto o no dalla Legge. Per aver fatto con Marilena e le nostre classi gite di più giorni per bimbi che le vacanze non l’avevano fatte mai, per aver cucinato per loro perchè soldi per il ristorante non c’erano, per aver raccontato favole e cantato ninna-nanne la sera, aver fatto il bagno in mare con loro, per averli riempiti di baci e abbracci, tempo e spazio, risate profondità e leggerezza e per aver scritto per loro le Tiziastrocche (un successo a dir poco  strepitoso!) … Un mare d’amore fluttuava per la classe e nutriva tutti : c’erano ricordi insieme e parole nuove, esperienze condivise e racconti di crescita, ironia e impegno e tutti aiutavano tutti perchè nessuno è diverso o perfetto (grazie a dio) insegnanti comprese e per amore i bambini imparavano non solo a scrivere ma a vivere insieme… mentre Marilena ed io diventavamo amiche leali, mai stanche di lavorare pronte a raccogliere ogni sfida nel lavoro e nella vita. E mi sento strana e sgomenta per aver sporto denunce per abusi su bimbi e aver subito telefonate anonime notturne e minacciose per più d’un anno, aver accolto il bimbo trovato ad aspettarmi sotto la scuola fuggito dalla Comunità dov’era stato messo d’estate (agosto, quando le scuole sono chiuse) in quanto “abusato e quindi allontanato da tutti” – famiglia scuola amici – che è una evidente stronzata!  sfidando il Tribunale dei Minori che ha poi minacciato di farci pagare una multa per non averlo riconsegnato immantinente senza ascoltare quel che aveva da dire… e ne aveva!!!! Per aver scritto ai giornali per un altro bimbo allontanato da tutte le sue relazioni umane e affettive e affidato di nuovo a Comunità (che non hanno mai da chiedere niente a nessuno come i servizi sociali: loro sono nati “saputi”!) nonostante alcuni genitori della classe ne avessero chiesto l’affido (e non è roba da poco!) Per essere andate in Comune a reclamare una casa per una famiglia i cui bambini mangiavano solo a mezzogiorno e a scuola e portavano a casa “gli avanzi” e il pane per la sera (anche questo contro tutte le regole idiote scritte e non scritte)… certo perchè  l’elemosina sì ma il diritto no!

E per aver fatto mercatini per strada il sabato e la domenica per comprare libri, attrezzature o coprire quote gite o biglietti dei treni che mancavano sempre. Per aver fatto Concertoni contro la violenza, gli abusi, le guerre… l’ultimo dei quali, recentemente, per i lavoratori della Fincantieri licenziati ma padri e madri di alunni nella mia classe e nella nuova scuola con il quale mi sono guadagnata una bella denuncia anonima inviata a “tout le monde” : direttore didattico, provveditore agli studi, Ministro all’istruzione, sindaco, assessori e a tutti i quotidiani con preghiera di pubblicazione. Naturalmente i quotidiani si son guardati bene dal pubblicare una lettera anonima, non così ha fatto il ministro che ha dato seguito alla denuncia – ripeto anonima – aprendo un fascicolo su di me in quanto “comunista”. Mai mi sono sognata di “deviare distorcere o viziare” i pensieri e i sentimenti di un bambino con la grettezza di un qualsiasi politicame e sono molti, troppi, quelli che lo fanno anche senza rendersene conto così abituati ad obbedire, a non coltivare la veridicità e l’onestà personali, a non allenare il pensiero critico, a non nutrirsi culturalmente.  Un concertone commovente dove i figli difendevano il lavoro e i padri e le madri, la giustizia, l’onestà, i valori, l’individualità nel collettivo, un concertone competente con canzoni scelte dai bimbi e brani tratti dai loro quaderni, poesie e pensieri ed emozioni sudate con amore intelligenza e lucidità, mai falsi mai ipocriti e lontani da destre e sinistre imbecilli e religioni oscure e astratte che non san vedere nè rispettare umanità e bellezza nelle persone. Un concertone dove tutti, e intendo tutti, i bimbi hanno dato il loro personale contributo. Nessuno escluso, mai. Un concertone di due ore condotto esclusivamente da loro (io a lato e mai sul palco, dopo aver insegnato loro per un anno, fuori servizio io fuori tempo-scuola loro), li ho solo accompagnati con lo sguardo e al piano) e questa si chiama autonomia, “tenuta”, collaborazione, competenza, si chiama “successo”, autostima, solidità … che ha visto genitori piangere e bambini suonare e cantare più forte. Mi sento di un altro pianeta per non aver mai fatto test, quiz e crocette varie alla faccia di ogni Riforma, per essermi opposta con tutta la voce che avevo a tutto quello che “faceva male ai bambini” che fosse santificato o no da una circolare o da interessi pubblici e privati. Per aver sempre scelto “l’educazione alle emozioni, alla consapevolezza, alla convivenza civile” e lo “Star bene a scuola” (mio progetto da decenni) a qualsiasi ipocrisia, compromesso, partigianeria diseducativa, per non aver mai dato una nota e aver risolto conflitti e problemi a scuola senza demandare nulla.  Mi sento sgomenta e cretina per aver pensato che politica non fosse essere iscritti a un partito e seguirne ciecamente le indicazioni ma essere politici e umani davvero nel lavoro, nella vita, nello studio, nella formazione personale, nei rapporti, nelle scelte anche se costava fatica, abbandoni e dolore. Mi sento estremamente sola per aver avuto cura del mio mondo interno senza scorciatoie e senza sconti, per aver scelto l’autentico all’immagine, il valore al prezzo, la sostanza alla forma, la comprensione al giudizio, per avere parole scomode e poco comprese che alimentano la mia solitudine e ormai anche il silenzio, per aver preferito la qualità alla quantità, il gusto alla banalità, un rigoroso no al vischioso silenzio o sì seduttivo.

Vorrei essere diversa? No.

Ma riaccendetela voi la luce. Che io (come tanti) ho provato a tenerla accesa per tutta la vita.

tiziana Campodoni

p.s. Ti ricordi Mari quando nessuno voleva il bimbo pestifero, con handicap grave scacciato da tutte le scuole del regno? Quante risate. Un secondo dopo avercelo assegnato era già diventato intelligente e collaborativo. 🙂