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Ero andata a teatro la sera prima e avevo fatto tardi. Salivo velocemente la strettissima scaletta a chiocciola che portava all’istituto di storia o psicologia, non ricordo. Stretta tanto che si poteva passare solo uno per volta. Ero in ritardo, avevo un esame… Do una facciata dentro ad uno splendido gigante che scende con un loden blu, un sorriso intrigante e occhi acuti, ironici, straordinariamente intelligenti dietro cui scorreva la scritta “questa è un albero da brutte figure” :-). Paolo Poli. Mi esce un “ohhhhhhh” smisurato e mi cascano tutti i libri. Lui, signore come pochi al mondo, si china per raccoglierli…Io, in un imbarazzo pari solo al sesto grado della scala Richter, mi piego alla velocità della luce e con la grazia di una che è appena passata nella centrifuga della lavatrice, per impedirglielo: riesco a dargli una zuccata, far cascare qualcos’altro mentre i capelli s’incastrano nell’unico bottone aperto del loden. Un tombino. Volevo solo un tombino dove sprofondare all’istante. Lui ride e mi richiude la bocca ancora spalancata nello stupore prendendomi il viso tra le mani calde morbide lievi.
Ancora incantata dal suo spettacolo della sera prima, ero definitivamente innamorata. Do l’esame non so come e di cui non ricordo un osso. Trenta. S’è sbagliato, penso mentre torno a casa: di un libro avevo letto solo l’indice, giusto per capire dove volesse andare a parare. Infilo la scorciatoia, Via di Vallechiara, stretta e con un marciapiede strettissimo…dove risbatto? Paolo Poli che già stava ridendo e mi dice con la sua voce soave e melodiosa che sta andando a pranzo da amici… Io, uno stoccafisso. Non ho la più pallida idea di cosa gli abbia risposto, una banalità stratosferica senza dubbio … ma avrei voluto dirgli che ero stregata dal suo modo di essere sul palcoscenico e non, che avevo tutte le cassette dei suoi spettacoli e avrei voluto portamelo a casa … La sera sono tornata a teatro entrando solo per il bis, quando aprivano le porte per chi era rimasto fuori senza biglietto. Mi ha visto, un sorriso … un lungo inchino la cui sontuosità ha alleggerito con un subitaneo e ironico… “ti aspettavo, sei in ritardo” … Io, sempre stoccafisso con la variante rosso peperone. Immobile col cuore che rideva dentro.
Ecco caro Paolo, voglio ringraziarti per questo ricordo prezioso, mio solo mio, che porto con me da tanti anni e porterò con me per sempre. Mi mancherai, mi mancherai tanto. Mancherai a tutti noi. Ci mancheranno la tua bellezza, la tua classe, la tua intelligenza luminosa mai scontata, la tua leggerezza, la tua ironia, la tua straordinaria bravura, l’assenza totale di ipocrisia …ci mancherà tutto di te.
tiziana Campodoni
https://www.youtube.com/watch?v=C1ey7zth57I Paolo Poli Rita da Cascia 1967
https://www.youtube.com/watch?v=5dCv7CkRsTM Paolo Poli “Altro che cultura, il mondo va avanti a calci in culo!”
https://www.youtube.com/watch?v=mVfnAlP4ngw Paolo Poli – filastrocche (la follia)
https://www.youtube.com/watch?v=cWo36RBCGxY Paolo Poli legge Gozzano, L’amica di nonna Speranza
https://www.youtube.com/watch?v=QmePjtdNoXY Laura Betti e Paolo Poli – La ballata dell’uomo ricco
https://www.youtube.com/watch?v=te4JpOIAScg&ebc=ANyPxKpja0cDERY4J9nLhIa4Ny0-au7Ckn1vBbI2n-RoBg2btIE0UJ4HcS9P0b10SN4akRFmPo07Iv6BlS9TV2GQG_fzhnpYLQ I MILLE MONDI DI POLI (2009)
Pingback: Paolo Poli, grazie – Circolo16
bluemoonandart ha detto:
e grazie anche voi 🙂
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Monica Spicciani Art ha detto:
E grazie a te Tiziana di questa poetica storia😘
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bluemoonandart ha detto:
🙂
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