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Marcello Grassi Brescia Musei 2016

 

“Non Giove a me lanciò simile bando

né la Giustizia, che dimora insieme

coi Dèmoni d’Averno, onde altre leggi

furono imposte agli uomini; e i tuoi bandi

io non credei che tanta forza avessero

da far sí che le leggi dei Celesti,

non scritte, ed incrollabili, potesse

soverchiare un mortal: ché non adesso

furon sancite, o ieri: eterne vivono

esse; e niuno conosce il dí che nacquero.

E vïolarle e renderne ragione

ai Numi, non potevo io, per timore

d’alcun superbo. Ch’io morir dovessi,

ben lo sapevo, e come no?, pur senza

l’annuncio tuo. Ma se prima del tempo

morrò, guadagno questo io lo considero:

per chi vive, com’io vivo, fra tante

pene, un guadagno non sarà la morte?

Per me, dunque, affrontar tale destino,

doglia è da nulla. Ma se l’uomo nato

dalla mia madre abbandonato avessi,

salma insepolta, allor sí, mi sarei

accorata: del resto non m’accoro.

Tu dirai che da folle io mi comporto;

ma forse di follia m’accusa un folle.”

E’ Antigone. Un personaggio che “attraversa i secoli” (C.Magris) e che forse il sindaco di Trieste – che ha fatto togliere lo striscione di Amnesty “Verità per Giulio Regeni” per “assuefazione visiva” – non conosce o non ricorda.

L’umanità di Antigone sovrasta le leggi divine e dà voce alle “non scritte leggi degli dei”, ai valori umani assoluti, alla pietas universale: un valore più alto di di qualsiasi norma giuridica in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo. Ella, disobbedendo alla legge che lo proibisce sotto pena di morte, dà sepoltura al fratello Polinice caduto combattendo contro la propria città e la propria patria, Tebe, punito anche da morto dal sovrano di Tebe, Creonte, che ordina di lasciarlo insepolto, a marcire e ad essere divorato dalle bestie.

Antigone riemerge dai secoli, si svincola da Sofocle e, limpida, si schiera per la legge umana, per la verità, per i valori e nel conflitto fra dovere e ribellione sceglie “il giusto” anche se questo implica per lei una “colpa” e un tremendo castigo, la “colpa” di assumere su di sè la responsabilità di dire no ad un’infamia , di disobbedire anche a costo della vita.  “Ci si commuove certo per Antigone e non per Creonte, il sovrano che la manda a morte perché ha violato la legge. È facile tenere per il cuore contro la legge, per il valori “caldi” (l’affetto, l’amore, l’amicizia, la passione) contro i valori “freddi” della legge, della politica, della democrazia.” (Magris) Ma è proprio la democrazia la culla in cui possono essere coltivati i valori caldi, non la tirannia… e neppure una politica che s’inventa le norme che più le aggradano, una politica dell’interesse personale, una politica senza spessore morale e senza vergogna dove la richiesta scritta di verità per Regeni  che esce dai cuori di madri e padri, da cittadini perbene, dai valori caldi di un Paese, viene tolta dai muri del Comune “senza debita sepoltura”per Giulio . La sublime grandezza di Antigone non lo permetterebbe:“Pietoso ufficio è onorare gli estinti” Sofocle, Antigone

Non siamo più abituati a grandi spiriti, ai forti legàmi, alle figure di alto valore etico basti pensare all’attacco arrogante, vergognoso e inetto da parte del governo alla Costituzione dei Padri Costituenti.  Aveva ragione Sofocle  “Non si può conoscere l’anima, i sentimenti ne’ i pensieri di un uomo, fin che non lo avrai veduto operare come potente e applicare le leggi.”  Antigone. 

Ma ogni Antigone di questo o di qualsiasi altro Paese continuerà a lottare per ciò che è giusto, riappendenderà quello striscione e continuerà a chiedere “Verità per Giulio Regeni”.

tiziana Campodoni

 

 

 

 

 

 

 

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